Napoli cosa vedere guida

Cosa vedere a Napoli con i bambini: itinerari tra arte e folklore

Cosa vedere a Napoli con i bambini, percorrendone vicoli e quartieri iconici, come quelli spagnoli, entrando nelle sue chiese e musei, osservandone palazzi e castelli, o addirittura scendendo nelle sue viscere, con Napoli Sotterranea?
Napoli richiede tempo per essere conosciuta in ogni sua sfaccettatura, ma solo un attimo per rimanere sopraffatti dalla sua alchemica e magnetica bellezza.
Scopriamola assieme attraverso questa guida completa, che vi permetterà di selezionare l’itinerario più adatto alle vostre esigenze, anche con bambini, e ai giorni di permanenza nella città partenopea.

Napoli, cosa vedere vicino alla stazione con i bambini

In questo primo itinerario, scopriremo il centro storico di Napoli più vicino alla stazione dei treni di Piazza Garibaldi, le cui attrazioni sono facilmente raggiungibili a piedi, anche da famiglie con bambini e ragazzi.

Duomo di San Gennaro

Varchiamo il prezioso portale della Cattedrale di Santa Maria Assunta, più conosciuta come Duomo di San Gennaro, Santo Patrono e protettore di Napoli.
Costruito nel XIII secolo, fu più volte rimaneggiato, tanto da dimenticare le forme gotiche, se non nell’imponente facciata, rifatta a fine Ottocento in stile neogotico.

Entrati, alzate gli occhi per abbracciare con lo sguardo il prezioso soffitto a cassettoni; raggiungete poi la Cappella di San Gennaro, detta anche del Tesoro, nella navata destra. Nel prezioso busto di San Gennaro in oro e argento, è custodito un frammento di cranio del Santo, mentre in una nicchia sono conservate le famose ampolle con il sangue rappreso del martire. Tre volte l’anno (maggio, settembre, dicembre) queste vengono mostrate ai fedeli, nella speranza che del miracolo della liquefazione.

Non perdetevi la Cappella del Succorpo, che custodisce le reliquie di S. Gennaro, tranne la testa che, come abbiamo detto, si trova nella Cappella del Santo. Interamente rivestita di bianchi marmi, è ripartita in tre navate da dieci colonne in cipollino; bellissimo il contrasto cromatico dei bianchi della statua del cardinale Oliviero Carafa e del soffitto a cassettoni con il pavimento in tasselli colorati.

Distanza dalla stazione al Duomo di Napoli: 1,4 Km; 20 minuti a piedi

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Napoli Sotterranea

La città di Napoli è stata edificata sul tufo giallo, una pietra tenera e plasmabile di origine vulcanica. Facile da scavare ma abbastanza resistente da essere autoportante, fu utilizzata già dagli antichi Greci, che crearono cave sotterranee per estrarre grossi blocchi di tufo e adibirono le nuove cavità a serbatoi per l’acqua.

Lo sviluppo labirintico di gallerie si deve però ai Romani, che realizzarono un’articolata rete di acquedotti, alimentata da condotti sotterranei provenienti dalle sorgenti vicine.
Nel tempo, i cunicoli del sottosuolo di Napoli hanno avuto vari utilizzi: da luoghi di culto a discariche, da nascondigli per malviventi a rifugi antiaerei per la popolazione durante la Seconda Guerra Mondiale. In quegli anni terribili ben 40.000 napoletani si nascosero e vissero nella Napoli Sotterranea. Emozionanti sono le testimonianze rimaste in loco, come oggetti, giocattoli e arredi. Un monito per riflettere con i bambini sulla disumanità della guerra.

Il punto di partenza è piazza San Gaetano, al n. 68, accanto alla Basilica di San Paolo Maggiore, segnalato da bandiere bianche e blu recanti la scritta Napoli Sotterranea.
L’Associazione Napoli Sotterranea, che gestisce e valorizza il sito da oltre trent’anni, organizza le escursioni di gruppo, della durata di quasi due ore. Vivamente consigliata la prenotazione!

La Neapolis Sotterrata – Complesso Monumentale San Lorenzo Maggiore

Si tratta di un altro percorso, spesso confuso con il precedente, che scende di circa dieci metri nel sottosuolo, agevole e ben illuminato, adatto quindi a chi soffre di claustrofobia.
L’ingresso della Neapolis Sotterrata è sempre in Piazza San Gaetano, ma al n. 316.
Potrete farvi assistere da una guida, con un sovrapprezzo di soli 2 euro sul biglietto, oppure visitare il sito in piena autonomia.
Nell’area archeologica, proprio sotto la chiesa di San Lorenzo Maggiore, potrete ammirare parte del macellum, il mercato romano, databile alla seconda metà del I secolo d.C.
Sul mercato si aprivano una serie di botteghe, composte ciascuna di due ambienti con volte a botte e aperte sulla strada, tra cui un forno e vasche per la tintura dei tessuti.
Lungo il percorso sono ancora visibili i resti della pavimentazione a mosaici policromi della preesistente chiesa paleocristiana (V sec.) e la sede di un “seggio popolare” di epoca ducale (VIII secolo d. C.).
Molto bello anche il Chiostro della Basilica di San Lorenzo Maggiore, con le annesse sale affrescate e l’interessante Museo dell’Opera.

Distanza dalla stazione alle due Napoli Sotterranea: 1,5 Km; 23 minuti.

LAPIS Museum Il Museo dell’Acqua

LAPIS Museum si trova nel cuore del centro storico di Napoli, a pochi passi da San Gregorio Armeno. Il Complesso ospita grandi mostre d’arte nel piano basilica, mostre archeologiche nella cripta e un suggestivo percorso sotterraneo quaranta metri in profondità, raggiungibile in ascensore.
Lungo il percorso sotterraneo, installazioni multimediali e immersive vi aiuteranno a compiere un viaggio nel tempo: un insieme di cunicoli appartenenti all’antico acquedotto greco-romano, sfociano in imponenti cisterne pluviali, che grazie alla collaborazione con ABC Napoli (azienda idrica napoletana), sono tornate alla loro funzione.

L’Associazione Pietrasanta ONLUS porta avanti il progetto di valorizzazione e fruizione del complesso, ma anche la memoria collettiva dei napoletani: anche qui i tunnel furono infatti utilizzati come ricovero antiaereo nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

Distanza dalla stazione: 1,8 Km; 28 minuti a piedi

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Cappella Sansevero

La Cappella Sansevero, oggi sconsacrata e musealizzata, fu decorata a metà Settecento secondo il gusto ecclettico del committente, il principe Raimondo di Sangro.
Raimondo era alchimista e audace sperimentatore, uomo di cultura e Gran Maestro della Massoneria.

La cappella è anche il suo testamento intellettuale. Ospita sculture barocche di indicibile bellezza e perfezione, fra le quali spiccano le statue del Cristo Velato di Giuseppe Sammartino, la Pudicizia di Corradini e il Disinganno di Francesco Queirolo, raffinatissimi capolavori d’arte, caratterizzati da una prodigiosa abilità tecnica.

Il Cristo velato

Il Cristo velato, che Sammartino realizzò a 33 anni in soli 3 mesi, suscita meraviglia per l’effetto incredibilmente realistico di trasparenza del velo, poggiato sul corpo del Cristo.
Un velo che nasconde messaggi esoterici interessanti.
Osservando alcuni particolari drammatici, come la narice che aspira il velo e la vena sulla fronte, il Cristo sembra ancora palpitante di vita. Ovvia l’allusione alla resurrezione, tema importante nelle sette, in questo caso quella massonica: chi entra in una setta per la prima volta muore nella vita da profano e risorge da adepto.
Ma il Cristo velato simboleggia anche la concezione esoterica della conoscenza di Raimondo di Sangro, come di una opportunità riservata a pochi: solo gli eletti possono alzare quel velo e accedere alla verità.

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Cappella Sansevero, foto di Raffaele Aquilante e Alessandro Scarano per 327Collective © Archivio Museo Cappella Sansevero

Le Macchine anatomiche

Nella Cavea sotterranea della Cappella Sansevero, l’ambiente più inquietante della cappella Sansevero, sono conservate le Macchine anatomiche. Si tratta degli scheletri di un uomo e di una donna in posizione eretta, con la perfetta riproduzione del sistema circolatorio.
Realizzate dal medico palermitano Giuseppe Salerno, ad oggi ancora si dibatte sui procedimenti per rappresentare il sistema circolatorio con tale somiglianza, probabilmente attraverso esperimenti iniettivi.

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Museo Cappella Sansevero, Macchina anatomica – Donna, particolare (Giuseppe Salerno, 1763-64); foto di Scripta Maneant – 2023

Distanza dalla stazione alla Cappella Sansevero: 1,8 Km; 28 minuti a piedi

S. Gregorio Armeno

Per la gioia dei più piccoli e per un’immersione nell’atmosfera del Natale, percorrete Via S. Gregorio Armeno, la pittoresca strada degli artigiani del presepe. Durante tutto l’anno le botteghe espongono migliaia di statuine realizzate a mano, immerse in scenari incredibili: scegliete il vostro pezzo unico o addirittura un intero presepe con cascate, mulini a vento, ponti levatoi meccanici, per portarvi a casa lo spirito più profondo della napoletanità.
Il Presepe a Napoli è infatti un’istituzione, coltivata fin dal Medioevo con una cura e creatività: personaggi e scenari sono raffinatissimi capolavori di fantasia.

Ospedale delle Bambole

L’Ospedale delle Bambole è unico al mondo, e testimonia l’inventiva napoletana e l’attenzione per il recupero.
Da quattro generazioni, l’Ospedale si prende cure dei ricordi più belli delle persone, quelli legati all’infanzia: il restauro di statue e bambole è artigianato di qualità e arte, svolto con dedizione.
Nel laboratorio di riparazioni di bambole potrete anche fare un tour organizzato, con la modica cifra di € 2.50, per scoprirne la storia affascinante e conoscere l’attuale dottoressa.

Distanza dalla stazione all’Ospedale delle Bambole: 1,5 km; 25 minuti a piedi

Complesso Monumentale di Santa Chiara

Il Monastero di Santa Chiara fu fatto erigere, insieme alla basilica, dalla regina Sancia di Maiorca, moglie di Roberto d’Angiò.
La basilica, originariamente in stile gotico-provenzale, subì nel Settecento un importante rifacimento in forma barocca all’esterno, mentre gli interni furono rivestiti con marmi policromi, stucchi, cornici dorate e decorati con imponenti affreschi.

Demolita dalla devastante incursione aerea degli alleati nel 4 agosto 1943, tranne alcuni muri perimetrali e il nucleo centrale dell’altare maggiore, fu ricostruita nel primitivo aspetto medievale.
Un prezioso gioiello d’arte è il chiostro maiolicato, realizzato da Domenico Antonio Vaccaro tra il 1739 e il 1742.

Non si stancheranno bambini e ragazzi di passeggiare lungo i due viali che dividono il giardino in quattro settori, fiancheggiati da pilastri ottagonali rivestiti di maioliche a festoni vegetali. Gli elementi architettonici sono collegati tra loro da sedute interamente piastrellate, con rappresentazioni di vita quotidiana. Sazi di tanta bellezza, oziate all’ombra dei portici, annusando il profumo di limoni e di piante aromatiche in questo angolo di Paradiso tra arte e spiritualità.

All’interno del complesso monastico di Santa Chiara, è presente anche un sito archeologico, con un complesso termale datato tra il III e V secolo e un presepe settecentesco.

Distanza dalla stazione al Monastero di Santa Chiara: 2,1 Km; 31 minuti a piedi.

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MADRE – Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina

Nel centro storico di Napoli, i tre piani dell’ottocentesco Palazzo Donnaregina ospitano il Madre — Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina: 7200 mq di spazi espositivi, con installazioni site-specific, opere della collezione ed esposizioni temporanee.

La collezione permanente, esposta nel primo dei tre piani dell’edificio, raccoglie opere di Clemente, Lewitt, Long, Bianchi, Fabro, Koons, Paladino, Kounellis, Horn, Paolini e Serra.

Pur non essendo appassionata di arte contemporanea, non ho potuto fare a meno di apprezzare le due sale dedicate a Francesco Clemente, che qui ha realizzato un affresco di proporzioni monumentali, articolato in due sale, e un colorato pavimento in ceramica.

Altra caratteristica del museo, è quella di dialogare con le sue pulite e colorate prospettive con la bellezza nobile e decadente del quartiere circostante, che, come in un quadro animato, appare da ogni finestra.

Distanza dalla stazione centrale al MADRE: 1,5 km; 20 minuti a piedi

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MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli nasce dalla fusione, alla fine del 700, delle collezioni di Casa Farnese, ereditate dai Borboni di Napoli e conservate a Capodimonte, con gli incredibili e numerosi reperti provenienti dagli scavi di Ercolano, Pompei e Stabia, scavate proprio alla fine del Settecento.

La collezione Farnese, costituita da sculture romane e gemme, è situata nell’ala destra del piano terra. Raccolta in circa due secoli da diversi esponenti della famiglia dei Farnese, è stata trasferita a partire dal 1734, a Napoli per volere di Carlo e suo figlio Ferdinando.

Affascinante il percorso pompeiano, che si articola su tre diversi piani: non ci si rende completamente conto della magnificenza dei siti archeologici di Pompei ed Ercolano, senza aver visto i tesori custoditi qui al MANN.

Troverete la scultura al piano terra, i ricchi mosaici e la collezione di arte erotica del Gabinetto Segreto al primo piano nell’ala sinistra, gli oggetti della vita quotidiana e gli affreschi sull’ala sinistra del secondo piano. Sull’ala destra del secondo piano lascerà senza parole grandi e piccini l’incredibile collezione dedicata ai ritrovamenti della Villa dei papiri di Ercolano: ottantadue statue in bronzo e in marmo, restituite dal sottosuolo in uno splendido stato di conservazione.

Infine, di grande interesse è la Collezione Egizia, situata al piano seminterrato. Tra mummie e sculture, potrete investigare  il mondo dei morti, i culti e la magia, l’organizzazione socioeconomica degli Egizi.

Father and Son, il videogioco di TuoMuseo

Il Mann è stato il primo museo in Italia a commissionare un videogame per ampliare l’offerta museale, sfruttando la gamification per la promozione e la fruizione dei Beni culturali anche tra i più giovani. Per il museo il collettivo TuoMuseo ha realizzato Father and Son. Una storia avanti e indietro nel tempo, a tratti commovente, con ambientazioni graficamente ben realizzate, che fa venir voglia a chi non l’ha già fatto di visitare il museo e la città di Napoli. Il gioco è utilizzabile ovunque, ma per sbloccare alcuni scenari del Museo, è necessario visitarlo “fisicamente”!

Distanza dalla stazione centrale al MANN: 2 km; 30 minuti a piedi
Potete raggiungere il Mann dalla stazione  anche con la Metro linea 1 fermata Museo, oppure con la Metro linea 2 fermata Cavour.

Museo archeologico di Napoli MANN

Napoli, cosa vedere vicino ai Quartieri Spagnoli

In questo secondo itinerario, ci aggiriamo nel cuore più folkloristico e vivace di Napoli, così chiamato perché nel XVI secolo vennero costruiti degli edifici per ospitare le guarnigioni militari spagnole, che dovevano reprimere le rivolte dei cittadini partenopei.
Considerata fino a qualche anno fa zona pericolosa, è stata riqualificata anche grazie alla famosa fermata Toledo della metropolitana, locali pittoreschi e mercatini ortofrutticoli.

Potete raggiungere i Quartieri Spagnoli a piedi, in circa 40 minuti di camminata dalla stazione dei treni, o, per la gioia dei pigri bambini, con la comoda Linea 1 della MetroArt dalla fermata Duomo alla fermata Toledo.

Se appassionati di murales, nel paragrafo dedicato scoprite quelli più belli dei Quartieri Spagnoli.

Napoli metropolitana dell'arte stazione Toledo

Galleria Umberto I

La Galleria Umberto I è una galleria commerciale costruita a Napoli tra il 1887 e il 1890. La zona in cui sorge godeva di pessima fama: ricca di taverne, delinquenza, prostituzione e pessime condizioni igieniche, vi si consumavano delitti di ogni genere ed era focolaio di epidemie di colera.
Proprio dopo l’epidemia del 1884, fu approvata la legge per il risanamento della città di Napoli -quel periodo fu appunto detto “del Risanamento”- che mutò radicalmente il volto della maggior parte dei quartieri storici.
La costruzione della galleria riflette i canoni architettonici dell’epoca, con le sue grandi volte e la cupola centrale, su base ottagonale, in ferro e vetro.

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Piazza del Plebiscito

Tra via Toledo e il Lungomare si apre l’ampia Piazza del Plebiscito, luogo iconico di Napoli, pedonalizzata e quindi piacevolissima per una sosta anche con bambini e ragazzi, sui gradini della Basilica reale pontificia di San Francesco di Paola.
Di fronte alla neoclassica basilica si erge il Palazzo Reale, costruito a partire dal 1600, per raggiungere il suo aspetto definitivo nel 1858.

Palazzo Reale di Napoli

Alla sua edificazione, ai lavori di ampliamento e ristrutturazione hanno preso parte numerosi architetti, tra cui Domenico Fontana, Gaetano Genovese, Luigi Vanvitelli.
Il Palazzo Reale di Napoli fu residenza dei viceré spagnoli e poi dei monarchi austriaci, della dinastia borbonica e dei Savoia. Ceduto nel 1919 da Vittorio Emanuele III di Savoia al demanio statale, oggi è importante polo museale e sede della Biblioteca nazionale.

Dal monumentale Scalone d’Onore, accedete all’Appartamento Storico, conservato in tutto il suo splendore, costituito da trenta sale musealizzate in cui, oltre al bellissimo arredamento costituito da mobili in stile rococò e impero, si possono ammirare affreschi, arazzi, vasi preziosi e un’importante collezione di quadri.

Se appassionati di punti panoramici, non perdetevi il Giardino Pensile di Palazzo Reale, visitabile solo in compagnia delle guide. Passeggiate tra gli eleganti gazebi fino a raggiungere l’antica fontana marmorea: è questo il punto migliore per godere di una vista indimenticabile.

Palazzo Reale Napoli scalone

Teatro San Carlo

Al Teatro San Carlo, il più antico d’Italia, potrete assistere a spettacoli straordinari, anche per famiglie, come il Don Chisciotte for families, dal 24 dicembre 2023 al 4 gennaio 2024.
Oppure partecipare alla visita guidata, di circa 30 minuti per visitare la platea, il palco reale, i palchi e il foyer.

Napoli Sotterranea – L.A.E.S. Associazione

Assodato quanto vasto e articolato sia il complesso di cunicoli e cavità che si aprono nel sottosuolo napoletano, ecco un ulteriore tour della città sotterranea. Qui è L.A.E.S. Associazione a gestire sito e visite guidate.

Nate in seguito all’estrazione di tufo per la costruzione della città, le cave sono state poi adibite ad acquedotti (l’Acquedotto della Bolla, di origine greca, l’Acquedotto Augusteo, romano e l’Acquedotto del Carmignano del 1600) e come rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale.

Galleria Borbonica

La Galleria Borbonica è un percorso sotterraneo che, passando sotto Monte Echia, congiunge Palazzo Reale con piazza Vittoria, prossima al mare e alle caserme. Fu fatta costruire nell’Ottocento da Ferdinando II di Borbone che, spaventato per i moti del 1848, incaricò l’architetto Errico Alvino di progettare un viadotto “militare” sotterraneo con sbocco sul mare, che gli permettesse un’eventuale fuga.

Durante gli scavi furono rintracciate la rete di cunicoli e cisterne dell’acquedotto seicentesco della Bolla e alcune cave, come quella di Carafa, obliterate per prelevare materiale da costruzione.

La Galleria Borbonica fu poi utilizzata per accogliere gli sfollati duranti Seconda Guerra Mondiale, e successivamente come deposito giudiziario di auto e motocicli. Negli anni Ottanta gli scavi per la metropolitana intercettarono per sbaglio il tunnel, ma furono deviati. Nella quattro diversi itinerari, resi disponibili dall’associazione che gestisce il sito, sono visitabili tutti questi ambienti.

Napoli cosa vedere Galleria Borbonica

Napoli, cosa vedere vicino al mare con i bambini

In questo terzo itinerario ci spostiamo sulla costa, con il Vesuvio che si staglia sull’acqua con la sua inconfondibile sagoma. Cosa vedere sul lungomare di Napoli, raggiungibile in pochi minuti a piedi da Piazza Plebiscito? Qui si trovano gli hotel più lussuosi di tutta la città, ma anche due castelli e un Acquario con una storia molto particolare, molto adatti ad una visita con bambini e ragazzi.

Maschio Angioino

Il Castel Nuovo, noto anche come Maschio Angioino, fu eretto alla fine del Duecento sotto il regno di Carlo I d’Angiò. Per la sua posizione strategica il nuovo castello rivestì non solo le funzioni di residenza reale, ma anche quelle di fortezza militare. Il castello fu completamente ricostruito nelle forme attuali (1453-1479) da Alfonso I d’Aragona, che, come i suoi predecessori, ne fece la sua residenza e un fiorente centro culturale. Interessante la sala con il pavimento di vetro, dove si possono ammirare antichi resti murari, ma soprattutto la vista meravigliosa sul golfo dal terrazzo esterno (quattro piani di scale ripide) che abbraccia tutta Napoli.

Castel dell’Ovo

Possente e suggestiva, Castel dell’Ovo è la fortezza più antica di Napoli, ed occupa quasi interamente l’antico isolotto di Megaride.
Le sue origini si confondono tra storia e leggenda: inizialmente villa romana villa di Licinio Lucullo, poi monastero basiliano e infine castello, questa struttura è frutto di secolari ristrutturazioni e ampliamenti.

Nel 1140 Ruggero il Normanno conquista Napoli, stabilendosi nel castello e avviando un programma di fortificazione, durante la quale viene edificata la torre Normandia.
Con Federico II, Castel dell’Ovo, oltre che residenza reale diventa anche prigione di stato: prosegue l’ampliamento con le tre nuove torri di Colleville, torre Maestra e torre di Mezzo.

Raccontate ai bambini la leggenda che diede il nome al castello, diffusasi con l’arrivo di re Carlo I d’Angiò. Nel racconto, Virgilio in persona avrebbe nascosto nei sotterranei dell’edificio un uovo in grado di sostenere l’intero castello. Se l’uovo si fosse infranto, la fortezza sarebbe crollata e si sarebbe scatenata una serie di catastrofi che avrebbe colpito l’intera città di Napoli.
Nel XV secolo arriva la dominazione aragonese, con ulteriori ampliamenti e ristrutturazioni, fino ai Borboni, che lo abbandonano e da residenza castel dell’Ovo diventa avamposto militare.
Oggi è un centro di cultura visitabile e in cui è possibile organizzare mostre ed eventi.

Nei pressi di Castel dell’Ovo sorge il Borgo Marinaro, antica marina dei pescatori, oggi ameno luogo di incontro con bar, pizzerie e ristoranti.

Castel dell'ovo borgo marinaro Napoli

Museo Darwin-Dohrn (DaDoM) e Acquario, presso Fondazione Dohrn

Anche se poco conosciuto, a Napoli sorge l’acquario più antico d’Italia e il secondo più antico in Europa. L’Acquario, all’interno dell’ottocentesca Villa Comunale, fu fondato da Anton Dohrn, uno dei massimi darwinisti tedeschi.

Dohrn per primo ideò un network di stazioni di ricerca zoologiche, con laboratori e apparecchiature, dove gli scienziati avrebbero potuto fermarsi a condurre in maniera indipendente le proprie ricerche e collezionare materiali, prima di spostarsi verso la successiva stazione.
Per finanziare la Stazione Zoologica e dopo aver visitato un acquario a Berlino, Dohrn fondò nel 1872 e aprì al pubblico nel 1874, l’Aquarium.

Collocato al piano terra l’Aquarium era collegato, e lo è tutt’oggi, direttamente al mare da un canale sotterraneo.

L’esposizione è a ferro di cavallo, presenta diciannove vasche, nove habitat del Mediterraneo, ben duecento specie animali e vegetali. Gli habitat, compresi dai primi metri di profondità fino agli abissi, ospitano anche specie tropicali, che a causa dei cambiamenti climatici raggiungono il Mediterraneo dal Mar Rosso.

Annesso all’Acquario, il Museo Darwin-Dohrn ha la finalità di raccontare, specialmente a bambini e a ragazzi, il mondo della ricerca della Stazione Zoologica.
Fanno parte della Stazione Zoologica Anton Dohrn, il Museo Darwin-Dohrn DaDoM e il Turtle Point, a Portici, centro di ricerca e recupero delle tartarughe marine.

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Napoli, cosa vedere nel Rione Sanità e dintorni

In questo quarto itinerario di Napoli, scopriremo non solo cosa vedere nel Rione Sanità e dintorni, ma anche la sua storia.

Dal XVII secolo, Rione Sanità divenne luogo di residenza di nobili e borghesi napoletani, fino alla costruzione di un nuovo ponte che avrebbe dovuto facilitare gli spostamenti della famiglia reale dal centro della città alla Reggia di Capodimonte.

Effettivamente il Ponte della Sanità migliorò notevolmente viabilità, ma d’altro canto isolò il quartiere, causandone il degrado.

Col nuovo millennio, Antonio Loffredo, parroco della Basilica di Santa Maria della Sanità, avvia un virtuoso processo di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico e umano del quartiere. Fonda la Cooperativa La Paranza, conscio del fatto che sfruttando le risorse culturali è possibile creare nuovi posti di lavoro per i giovani e offrire un’alternativa alla delinquenza.

Dopo il restauro, la gestione delle Catacombe di Napoli è stata affidata alla Cooperativa e in pochi anni sono diventate una delle principali attrazioni di Napoli.
Le iniziative della Cooperativa non si fermano alla valorizzazione e fruizione di siti culturali, ma si sviluppano in un’ottica di sviluppo e riscatto di tutto il quartiere, come ad esempio attraverso il Nuovo Teatro Sanità.

Lo sapete che visitando le Catacombe di Napoli, vi renderete partecipi a questo progetto di riqualificazione urbana e sociale? Sul sito ufficiale delle catacombe di Napoli, leggete le vere storie di chi ha creduto in questo sogno e ogni giorno lo porta avanti, con gioia e gratitudine.

Informazioni sui biglietti: con un biglietto unico potrete visitare entrambe le catacombe, nel giro di un anno.

Passeggiando nel Rione Sanità, avvisterete tante opere di street art. Più avanti in questo articolo c’è il paragrafo dedicato all’itinerario tra i murales.

Basilica Santa Maria della Sanità

È considerata una delle opere più audaci dell’architetto domenicano Fra Nuvolo e uno dei principali esempi di barocco napoletano. Bellissima la colorata cupola maiolicata, ben visibile attraversando il ponte della Sanità. Nella sacrestia potrete ammirare tutto l’anno Il Presepe Favoloso, monumentale installazione dei fratelli Scuotto. Custodito in una teca, può essere ammirato da tutti suoi lati: divertitevi con i bambini a scoprire tutti i suoi personaggi!

Catacombe di San Gaudioso

Proprio sotto la Basilica di Santa Maria della Sanità, sorge quello che era il secondo cimitero paleocristiano più importante della città. Il fascino di queste catacombe è dovuto alla compresenza di elementi paleocristiani, come la tomba di San Gaudioso, gli affreschi e i mosaici del V-VI secolo, e le particolari sepolture riservate ai nobili risalenti al Seicento, quando la Basilica di Santa Maria è passata ai Domenicani.

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Le Catacombe di San Gennaro

Le Catacombe di San Gennaro, le più antiche di Napoli (II sec.), erano in origine la tomba di un aristocratico romano, convertitosi al cristianesimo, e trasformata in cimitero.
Con la sepoltura del vescovo di Napoli S. Agrippino, divennero luogo di venerazione e, dopo che vi furono traslate le spoglie di S. Gennaro nel V secolo, le catacombe divennero il centro di culto del martire cristiano, ancora oggi veneratissimo patrono della città.

Le spoglie furono poi trafugate nell’831 d.C. dai Longobardi e nel santuario di Montevergine, dove restarono quasi dimenticate per oltre due secoli. Dopo molti anni di trattative con i monaci di Montevergine, le ossa furono restituite alla città di Napoli nel 1497. Oggi sono custodite nel Duomo.

Interessante scoprire che dalle particolarità delle tombe, è possibile estrarre dati importanti sulla società dell’epoca. Sono presenti diversi tipi di sepoltura: le più semplici, loculi, erano scavate a terra o lungo le pareti degli ambulacri o corridoi periferici. Gli arcosoli invece, di forma arcuata, erano i sepolcri delle personalità più illustri.
Le Catacombe di San Gennaro sono le più vaste del Sud Italia: ospitano circa 2000 loculi e 500 arcosoli, in una superficie di circa cinque chilometri quadrati.

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Jago Museum

Presso la Basilica di San Severo Fuori le Mura, Jago, scultore e video artist italiano espone Il Figlio Velato.
L’opera, donata alla città di Napoli e scolpita in un unico blocco di marmo, s’ispira al “Cristo Velato” di Giuseppe Sammartino. Raffigura un bambino coperto da un velo, e simboleggia la morte di tutti gli innocenti del nostro tempo.

Palazzo dello Spagnolo

Progettato nel ‘700 dall’architetto Sanfelice, è caratterizzato dalla meravigliosa scalinata a doppia rampa e dalle decorazioni rococò in stucco. Dichiarato nel 1925 monumento nazionale, anche per la scenografica posizione, in quel contesto di fantasie barocche e “colore” popolare che è il Borgo Vergini alla Sanità. Il Palazzo è privato, ma è permesso entrare nel cortile.

Palazzo dello Spagnolo Rione Sanità Napoli

Castel Sant’Elmo

Dalla Stazione di Montesanto, la Funicolare di Montesanto è una delle tre storiche funicolari che collega la parte bassa di Napoli con la collina del Vomero e vi conduce a Castel Sant’Elmo.

Edificato per il re Roberto d’Angiò e la sua corte, venne quasi completamente rifatto alla metà del XVI sec., con la caratteristica pianta a forma di stella. La parte inferiore della fortezza è stata scavata nella collina tufacea, dando forma al fossato. Con il materiale ricavato, è stata edificata la fortezza.

La visita inizia dalla Piazza d’Armi. Qui si svolgeva la vita quotidiana di circa duecento persone: il castellano, capo civile e militare della città,  il cappellano, i soldati, gli operai e gli artigiani con le loro famiglie. Nel castello erano presenti una macelleria, un panificio, una taverna e gli orti.

Adibito più volte a carcere militare, vi furono imprigionati personaggi illustri, tra cui il filosofo Tommaso Campanella. Riaperto al pubblico nel 1988, Castel Sant’Elmo è oggi sede di numerose iniziative espositive e teatrali. Per la fruizione dei bambini, interessante allestimento con pannelli illustrativi che spiegano con parole semplici storia e funzioni della fortezza.

Napoli con bambini castel sant'Elmo (1)

Itinerario nella street art di Napoli: 10 murales da vedere con i bambini

1 – Il “San Gennaro” di Jorit, a pochissimi passi dal Duomo, ha il volto del ragazzo della porta accanto. Si trova in Via Vicaria Vecchia, 33.

2 – La “Madonna con la pistola” di Banksy, al posto dell’aureola, sulla testa sono tracciati i contorni di un revolver. Si trova in Vico Gerolomini, 2.

3 – La “Madonna e bambino con maschera da sub” di Blub, fanno parte del progetto Street art “subacquea” a Napoli. L’artista sostiene che “nonostante ci si possa trovare in un mare di difficoltà, abbiamo le risorse per trovare soluzioni. L’arte è una di queste risorse. L’hashtag da seguire è #lartesanuotare.”

4 – “Pudicizia” di Bosoletti, è ispirata alla scultura omonima di Antonio Corradini della Cappella Sansevero. Si trova in Via Emanuele de Deo, 46.

5 -“Maradona” di Mario Filardi, fu dipinto nel 1990 quando il Napoli vinse il secondo scudetto grazie proprio Maradona. Si trova in Via Emanuele de Deo, 46, 80132, nel cuore dei quartieri spagnoli.

6 – “Sophia Loren” di Maker Garcia Chavez, si trova in Vico Purgatorio Ad Arco.

7 – “Tieneme, ca te tengo”, di Jerico Cabrera Carandang, raffigura due giovani nell’atto di stringersi. Si trova presso l’Ascensore sanità, Via Sanità, 80136 Napoli NA

8 – “Totò e Peppino”, di Tono Cruz Poco, raffigura la coppia nella scena del caffè del film “La banda degli onesti”. Si trova in Via Sanità, 36, 80137 Napoli NA

9 – “Luce“, di Tono Cruz, mostra i volti sorridenti e pieni di speranza dei bambini del rione. In Via Sanità, 11/12.

10 – “Resist-Ti-Amo” è il primo murale ad essere dipinto su una facciata di chiesa, la basilica di Santa Maria della Sanità, realizzato dall’artista Francisco Bosoletti. Il murale racconta la storia vera di due giovani napoletani innamorati, che hanno affrontato e vinto la malattia grazie al loro amore.

street art napoli Gennaro Jorit

Cosa fare a Napoli con i bambini

Tutti i luoghi segnalati in questa guida di Napoli sono adatti anche ai bambini, che vanno educati all’arte e alla bellezza sin dalla tenera età.
In questa sezione speciale, segnaliamo attività specifiche per famiglie.

Fuorigrotta – La Mostra d’Oltremare

Il quartiere di Fuorigrotta è sito nella parte nord-occidentale della città di Napoli, famoso soprattutto per lo stadio Diego Armando Maradona.
La Mostra d’Oltremare, costruita come esposizione universale negli anni Trenta, ospita oggi fiere e manifestazioni di tipo culturale e d’intrattenimento.
A Natale accoglie ad esempio il Christmas Village, con tantissime attrazioni e attività per famiglie con bambini a tema natalizio.

Fuorigrotta – Lo zoo di Napoli

Il Bioparco di Napoli è oggi molto più di un semplice zoo. La sua mission, infatti, non è solo quella di permette a tutti, grandi e bambini, di compiere un viaggio nella natura, ma soprattutto educare nel rispetto degli animali.
Per quanto riguarda la ricerca, lo zoo di Napoli collabora con università, centri di ricerca e altri giardini zoologici, per gestire al meglio gli animali in cattività.  Svolge anche attività di ricerca scientifica e di conservazione delle specie minacciate di estinzione.

Tante le aree didattiche e gli eventi speciali riservati ai bambini, ma anche la possibilità di organizzare un compleanno davvero speciale.
Il Bioparco di Napoli ospita ben 409 animali, in 105 exhibit, tra mammiferi, uccelli e rettili provenienti da tutto il mondo.

Fuorigrotta – Baloon Museum

Balloon Museum è un viaggio esperienziale e interattivo tra installazioni dalle forme inaspettate. Un vero parco giochi per bambini e perfetto per shooting fotografico per instagrammer. (Fino al 7 dicembre 2023)

Fuorigrotta – Parco divertimenti di Edenlandia

Edenlandia è il primo parco divertimenti italiano, ispirato al più famoso Disneyland.
Dopo alterne vicende, il parco divertimenti è stato in parte rinnovato e riaperto, ma non aspettatevi le attrazioni adrenaliniche e innovative di altri centri in Italia e nel mondo.

Bagnoli – Città della scienza

Sita a Bagnoli, Città della Scienza è un museo scientifico interattivo, dove scienza e tecnologia si accompagnano a divertimento e apprendimento.
Qui bambini e ragazzi potranno testare la sperimentazione diretta di fenomeni naturali e di tecnologie, ma anche godere dei meravigliosi spettacoli al Planetario.

Cosa fare Napoli con bambini città della scienza

Cosa vedere nei dintorni di Napoli con bambini e ragazzi

Se avete qualche giorno in più per visitare la Campania, anche con i bambini, non potete perdere il Parco Archeologico di Pompei, il meno turistico Parco Archeologico di Paestum e per il mare più bello e i borghi più iconici, la Costiera Amalfitana.


Teresa Scarselli
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Commenti su “Cosa vedere a Napoli con i bambini: itinerari tra arte e folklore

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