Veneto laguna Lio Piccolo

Lio Piccolo, il borgo sperduto tra le barene

Lio Piccolo è una località nei pressi di Cavallino Tre Porti. Un borgo piccolissimo e pittoresco, sperso tra le barene della Laguna di Venezia. Arrivarci, è un’esperienza unica.

Come raggiungere Lio Piccolo

Raggiungetela a piedi o in bici. Parcheggiate l’auto nel piazzale della Chiesa di Santa Maria del Carmine, presso il caratteristico complesso rurale di Piazza del Prà a Saccagnana e conquistate la meta camminando, nel bel mezzo della laguna.

Oppure noleggiate una bici a Cavallino Tre Porti e godetevi la nuova ciclabile del Pordelio, a sbalzo sulla laguna.

Il territorio

Questa è un’area a prevalenza agricola: proprio qui si coltivano le castraùre (il primo germoglio del carciofo) e le zizole (giuggiole).

Cavallino, Lio Piccolo
Lio Piccolo, coltivazioni.

Tra barene e valli da pesca potrete avvistare aironi, gabbiani, cigni, cormorani, cavalieri d’Italia, tuffetti e in primavera, se siete fortunati, stormi di fenicotteri rosa.

In circa trenta minuti di passeggiata si raggiunge il piccolo borgo di Lio Piccolo: una manciata di edifici, una chiesetta, dedicata a Santa Maria della Neve e Palazzetto Boldù, del XVII secolo. Tutto attorno la vastità lagunare: barene, canali e qualche casone sperduto.

La piazza di Lio Piccolo.
La piazza di Lio Piccolo.

Le origini di Lio Piccolo

Eppure, proprio in quest’area, Ernesto Canal, padre dell’archeologia lagunare, trentacinque anni fa individuò la presenza di resti sott’acqua di costruzioni di età romana. Grazie ai suoi ritrovamenti ci si rese conto di quanto in realtà tutta la laguna sia stata un territorio densamente popolato, disegnato da grandi traffici marittimi per il commercio del pesce e del sale.

In epoca romana la produzione e il commercio del sale era un’attività produttiva importante, non tanto per il suo utilizzo come condimento, quanto invece alla conservazione degli alimenti specialmente dei derivati del pescato (pesce sotto sale e salse di pesce).

Svelate ai vostri piccoli compagni di viaggio quanto il mito della fondazione di Venezia, con gli abitanti di Altino che fuggono per l’invasione degli Unni, sia solo una narrazione per nobilitare l’origine della città, facendola derivare da un avvenimento drammatico che colpiva l’immaginario collettivo. In realtà fu un processo lento e graduale, in quanto le isole in cui si sarebbe formata Venezia erano infatti abitate già nel Neolitico, e poi per tutta l’epoca romana.

I dati stratigrafici evidenziano che l’innalzamento delle acque marine, verificatasi alla fine dell’epoca romana, non solo aveva minacciato le parti più basse dell’abitato, ma anche alterato l’equilibrio tra acque dolci e salate, determinando una regressione delle terre coltivabili.

Archeologia della laguna di Venezia
Immagine tratta da “Archeologia della laguna di Venezia”, Ernesto Canal, 2013, p. 81.

L’assetto della presenza umana in laguna si trasforma, adeguandosi alle nuove condizioni. Nel VI secolo, Altino pian piano si svuota, mentre le lagune continuano a vivere, soprattutto grazie alla produzione del sale.

La domus romana a Lio Piccolo

Torniamo al racconto del rinvenimento archeologico: si tratta di una villa litoranea, una casa vacanze al mare, diremmo oggi, con la facciata principale sulla laguna, perché da lì si arrivava al porto di Altino.

Grazie al supporto di archeologi subacquei è stata rinvenuta parte della struttura e molti reperti. Tra questi, materiali ceramici e lacerti di intonaco dipinto, assolutamente confrontabile per raffinatezza con quelli di città.

I dintorni di Lio Piccolo

Girovagando tra le barene, che si colorano a seconda della stagione, fate tappa alle Mesole. Un altro luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Un luogo silenzioso, operoso e antico. 

Fonti di approfondimento

“Archeologia della laguna di Venezia”, Ernesto Canal, 2013

Sito realizzato dall’Università Ca’ Foscari, Vivere d’acqua- Archeologie tra Lio Piccolo e Altino.

Per altre passeggiate in Veneto, vai all’articolo Passeggiate in Veneto con i bambini, dalle Prealpi alla laguna.


Teresa Scarselli
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