Palermo con bambini

Suggestioni a Palermo con i bambini: cosa fare e vedere

Palermo può essere una meta con bambini e adolescenti, e in questa guida vi racconto cosa è consigliabile fare e vedere, dalle attrazioni più conosciute a percorsi inediti e originali.

Città esuberante dai forti contrasti, Palermo è pervasa da una bellezza decadente. Talvolta però questa decadenza diventa eccessiva e sfocia quasi in degrado urbano. Palazzi storici fatiscenti, marciapiedi con l’erba alta, spazzatura in terra, soffocano la poesia e mortificano le straordinarie architetture della città. Eppure, se arriverete alla fine di questo articolo, scoprirete che una visione esiste, per far risorgere L’Araba Fenice: tanti cittadini si impegnano e lavorano affinché il capoluogo siciliano possa nuovamente rigenerarsi, non solo in un’ottica turistica, ma soprattutto per un benessere e miglior qualità di vita della comunità.

Voglio anche rassicurarvi sulla sua sicurezza per le famiglie con bambini: abbiamo trascorso a Palermo cinque giorni, e mai abbiamo percepito situazioni di pericolo.

A Palermo, secoli di storia si sovrappongono, si mescolano, come i popoli che l’hanno toccata e trasformata. Arabi, Normanni, Spagnoli hanno lasciato il segno: sui volti, nelle strade, nei palazzi, nei quartieri, ma anche a tavola. Scopriamo assieme questa fusione caotica, colorata e vivace.

Piazza Pretoria e la Fontana della Vergogna

Realizzata nel XVI secolo dallo scultore Francesco Camilliani, la Fontana di Piazza Pretoria era destinata al giardino fiorentino del viceré di Napoli, che per pagare pesanti debiti, la vendette al Senato palermitano. Deve il suo soprannome, non tanto alla nudità dei personaggi, quanto all’ingente somma di denaro pagata dal Senato palermitano per il suo acquisto, che scatenò la rabbia dei cittadini.

Raccontate ai bambini come fu trasportata: smembrata in ben 664 parti, alcune sculture si rovinarono durante il trasporto e altre furono trattenute dal proprietario. Arrivata a destinazione, per farla entrare nella piazza si dovettero abbattere alcune abitazioni. Divertitevi a riconoscere gli strani animali, alcuni mitologici, che la popolano. E per vederla dall’alto, nella sua ellittica bellezza, raggiungete l’adiacente Piazza Bellini.

Palermo Piazza Pretoria fontana della vergogna

Il Complesso Monumentale di Santa Caterina

L’Istituzione di Santa Caterina d’Alessandria, in Piazza Bellini, fu edificata a inizio del Trecento, con funzione assistenziale rivolta alle classi femminili più deboli e svantaggiate. Diventato poi monastero domenicano di clausura, accoglieva in prevalenza agiate ragazze, che entrando portavano con sé in dote considerevoli ricchezze. L’accresciuta prosperità raggiunta permise un aggiornamento estetico, tanto che a inizio Seicento la chiesa fu ricostruita e decorata in stile barocco con elementi rococò. Nel 2014 l’ultima monaca ha abbandonato questa sede, e dal 2017, dopo pochi restauri di manutenzione, è stato aperto al pubblico come museo d’arte sacra. Le aree visitabili sono la chiesa, il monastero, il chiostro e le terrazze.

La chiesa di Santa Caterina

Fu edificata per volontà della priora Suor Maria del Carretto nel 1566 e ultimata nel 1596, su un edificio preesistente. L’edificio ha subito notevoli danni a causa dei bombardamenti anglo-americani del 1943. La decorazione degli spazi interni è costituita da un sontuoso apparato in marmi, stucchi, intarsi, altorilievi ed affreschi che si abbracciano, in un’unica armonica lettura, con le strutture architettoniche portanti.

Palermo Chiesa Santa Caterina

Il monastero di Santa Caterina

Visitate anche il monastero, commovente nella sua riservatezza e semplicità. Piccole e semplici sono le celle dove le monache dormivano e pregavano. Un’essenzialità che stride con la sala della badessa e, soprattutto, con la pomposità decadente della chiesa, sbirciabile dalle numerose griglie dei corridoi.

Le terrazze di Santa Caterina

Ed infine salite sulle terrazze, lungo un percorso che dal solaio della sottostante chiesa vi condurrà sopra i tetti con vista mozzafiato sull’intera Palermo. Da quassù, potrete riconoscere assieme ai bambini Santa Maria dell’Ammiraglio, San Cataldo, le cupole colorate di San Giuseppe e di Casa Professa. E sotto di voi, la sfavillante Fontana Pretoria.

Palermo con Bambini, terrazza del monastero Santa Caterina

I Segreti del Chiostro

Dopo esservi rappacificati col cielo, tornate sulla terra, e concedetevi un peccato di gola ai Segreti del Chiostro. L’antico laboratorio delle monache di Santa Caterina ha riaperto, e prepara artigianalmente i dolci della tradizione siciliana, secondo le antiche ricette delle suore. Dai cannoli farciti al momento, alle Minne di Sant’Agata, la pasticceria è un tripudio di delizie alle quali, davvero, è un peccato resistere! Fate la vostra scelta e poi sedetevi all’ombra dei bellissimi limoni del Chiostro con pavimento maiolicato, per degustare in santa pace.

Palermo con bambini Santa Caterina I segreti del chiostro

San Cataldo

Iconica e arabeggiante con le sue tre cupole rosse che si stagliano contro il cielo blu di Palermo, San Cataldo fu fondata attorno alla metà del XII secolo. Eppure, quelle tre cupolette rosse allineate lungo la navata centrale, che l’hanno resa celebre in tutto il mondo, sono dovute ad un rifacimento per scorretta interpretazione ottocentesca. Le pareti interne sono nude ma di grande effetto, con pavimento in opus sectile, a tarsia marmorea.

La Chiesa della Martorana

Fatta edificare nel 1143 dall’ammiraglio Giorgio d’Antiochia, fedelissimo al re normanno Ruggero II, la chiesa della Martorana è un’affascinante commistione tra stile arabo-normanno-barocco, motivo per cui è inserita nei beni Unesco. La chiesa fa parte dei beni dell’Eparchia di Piana degli Albanesi (una sorta di antica colonia albanese nei pressi di Palermo, dove ancora si parla la lingua madre e si celebra il rito ortodosso). Meravigliose le decorazioni musive all’interno, tra cui il “Cristo pantocratore” sulla sommità della cupola.

Quattro Canti, l’ombelico di Palermo

I Quattro Canti è il nome del quadrivio all’incrocio dei due principali assi viari di Palermo: la via Maqueda e il Cassaro, oggi Via Vittorio Emanuele. La struttura della piazza disegna un perfetto ottagono formato da quattro edifici alternati da sbocchi viari. Ogni cantone è caratterizzato da una facciata curvilinea, decorata con dodici statue, disposte su tre ordini.

Da qui, seguendo tutta via Maqueda fino al Teatro Massimo, la sera inizia la vasca principale della movida palermitana e si respira quell’atmosfera vivace e pittoresca, un po’ caotica, che caratterizza le città della Sicilia e del Sud Italia. Chiusa al traffico veicolare da qualche anno, troverete street food e bancarelle, negozietti e piccoli market, ma non le grandi firme, come accade solitamente nelle principali vie delle città d’arte.

palermo quattro canti

Palazzo Reale o dei Normanni

Eretto dagli arabi su vestigia puniche, di cui rimangono ancora tracce visibili nei percorsi sotterranei, il Palazzo Reale o dei Normanni fu centro nevralgico della monarchia normanna, con ampliamento e costruzione di una magnifica cappella interna al palazzo, la “Cappella Palatina”, dedicata ai santi Pietro e Paolo e consacrata nel 1140. Successivamente, gli Svevi, in particolare Federico, lo resero un polo culturale di grande importanza non solo in Sicilia, ma in tutta Europa tra il XII e il XIII secolo. Nel 1556 i Viceré spagnoli demolirono le torri e realizzarono l’imponente facciata. Oggi il Palazzo svolge un’importante funzione direttiva, essendo sede dell’Assemblea Regionale Siciliana.

Cappella Palatina

Al suo interno, la Cappella Palatina è stata definita “la più bella che esiste al mondo, il più stupendo gioiello religioso vagheggiato dal pensiero umano ed eseguito da mani d’artista” (Guy de Maupassant). E posso assicurarvi che anche i visitatori contemporanei, che siano adulti, bambini o ragazzi, rimangono stupefatti e quasi storditi dalla sua bellezza.

Fatta costruire nel 1130 da Ruggero II, essa rappresenta e sintetizza sul piano architettonico e decorativo, l’incontro tra culture e religioni diverse, poiché furono coinvolte nella sua realizzazione maestranze bizantine, islamiche e latine. Il soffitto ligneo, ad esempio, è dipinto, intarsiato e intagliato con motivi a muqarnas, è stato definito «il più grande complesso di pittura musulmana del medioevo». I marmi che rivestono il pavimento e la parte inferiore delle pareti sono un esempio raffinato di opus sectile, mentre gli straordinari mosaici brillano di luce bizantina. I più antichi risalgono al 1143, come il Cristo Pantocratore benedicente.

Appartamenti Reali

L’area aperta al pubblico degli appartamenti reali è costituita da undici sale, tra cui spiccano la Sala Pompeiana, la Sala Cinese, la Sala dei Viceré e la Sala d’Ercole. Sala d’Ercole è il luogo nel quale si riuniscono, dal 1947, i deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana (la Sicilia è una regione a statuto speciale).

La torre Pisana

La torre Pisana, che vedrete svettare su piazza della Vittoria, è l’unica porzione originale dell’intero complesso. Si tratta di uno dei pochi esemplari superstiti del gusto architettonico arabo a Palermo.

Con Meta experience, ottieni il tuo avatar

Da poco inaugurato, il nuovo piccolissimo spazio permanente Meta Experience, a Palazzo Reale, è un progetto di digitalizzazione dei capolavori artistici tramite scanner veloce e stampante 3d. Ma l’attrazione più esaltante, soprattutto per bambini e ragazzi, è l’Infinity Room, anticamera della digitalizzazione degli stessi visitatori. Qui infatti, grazie al Quickscan, in pochi secondi sarete scansiti interamente. Il super scanner creerà il vostro clone virtuale in 3D, utile come avatar per accedere al Metaverso o, nel caso siate un po’ megalomani, vogliate realizzare il vostro busto in 3D!

Cattedrale di Palermo

La Cattedrale di Palermo rappresenta una mirabile stratificazione di stili in otto secoli di storia, che ci restituiscono oggi un insieme armonioso. Eretta nel 1184, divenne moschea durante il periodo di reggenza araba. Poi, con la conquista di Palermo da parte dei Normanni, l’edificio fu restituito al culto cristiano e consacrato nel 1185 sotto il regno di Guglielmo II. Al suo interno sono custodite tombe reali e imperiali, tra cui quella di Federico II.

Il Museo Internazionale delle Marionette

Preparatevi a fare un giro del mondo, al Museo Internazionale delle Marionette: si inizia con il teatro delle ombre indonesiane, per proseguire con marionette africane, giapponesi, cinesi e naturalmente loro, i local, i pupi siciliani. Dopo lo spettacolo, solitamente alle 17,00, il puparo spiega ai bambini la tecnica usata e talvolta fa provare a manovrare i pupi. In novembre, con il Festival di Morgana gli spettacoli e le attività si moltiplicano, con racconti, performance, film per bambini e suggestioni da tutto il mondo, senza dimenticare la Sicilia.

Palermo, Museo Internazionale delle Marionette con i bambini
Palermo, Museo Internazionale delle Marionette. Immagine tratta dalla pagina FB del museo.

La Casa Museo delle Maioliche

Nel quartiere storico della Kalsa, di origine araba, ha sede la Casa Museo delle Maioliche “Stanze al Genio”. La collezione, unica al mondo, vanta ben cinquemila mattonelle maiolicate, in prevalenza siciliane e campane, utilizzate in origine come pavimenti. Realizzate tra il XV ed il XX secolo, sono suddivise ed esposte in base all’epoca ed alla provenienza geografica. Le otto sale sono aperte al pubblico, vengono anche utilizzate giornalmente dai proprietari. Le visite sono guidate hanno una durata di 45 minuti, tutti i giorni escluso il lunedì.

Mercati storici di Palermo con bambini

I mercati di Palermo sono un vero e proprio “apparato scenografico effimero destinato ogni giorno a disfarsi e a ricomporsi” (da Palermo Adagio, di Giovanni Rizzo), in una sorta di itinerario antropologico. La merce viene disposta in armonia, e i piacevoli cromatismi uniti alle abbaniate cantilenanti dei venditori ricordano i suk orientali. Nei mercati storici la Vucciria, Ballarò e il Capo, infatti, sopravvivono ancora influenze della lunga dominazione araba. Per passeggiate tra colori, suoni e odori intensi, o per esperienze culinarie estreme, una visita è d’obbligo!

Vucciria

Più che un mercato, la Vucciria è una strada dove assaggiare il tipico cibo di strada, siciliano con influenze arabe. Molto diverso da come lo rappresentò nel 1975 Renato Guttuso nel suo celebre quadro, ma comunque affascinante. Palermo è la capitale italiana dello street food, ma solo i più coraggiosi tra voi assaggeranno il panino con la milza (meusa) o le budella di vitello (stigghione). Noi ci siamo limitati alle croccanti panelle, schiacciatine fritte di farina di ceci, arancini, melanzane fritte, crocchette di patate e pasta alle vongole.

Palermo con bambini mercato vucciria

Ballarò

Scoprite con i bambini l’anima multiculturale e multietnica di Palermo al mercato di Ballarò, che nel Medioevo era il mercato delle carni pregiate, del pesce e delle spezie. Il più antico in città, ha mantenuto intatto il suo carattere colorito e vivace. Di giorno passeggerete tra sagome di grossi pesci spada, polpi giganti pronti ad essere bolliti e conditi al momento, pupi di zucchero e spezie profumate. Ma di sera, la movida si accende, e il sottofondo sonoro si trasforma, dal vociare del mercato alla musica dei localini.

In ottobre poi, non mancate al Ballarò Buskers, festival di teatro di strada che porta in scena saltimbanchi, bande musicali, giocolieri, acrobati e attori. Per i bambini, oltre ai fantastici spettacoli con artisti internazionali, tanti laboratori per divertirsi e imparare.

Palermo, Ballarò. L’immagine è tratta dalla pagina FB del Festival Ballarò Buskers.

Capo

Tra tutti e tre, è quello meno turistico e che ha maggiormente preservato le caratteristiche del mercato popolare palermitano. Tra pescato freschissimo, verdure di stagione, frutta variopinta e bendisposta, piramidi di olive, troverete i local che acquistano e contrattano ad alta voce.

L’Orto Botanico

L’Orto Botanico di Palermo è un museo all’aperto, dove arte, scienza e natura coabitano e si integrano. Grande è infatti la varietà di specie arboree che qui potrete ammirare, in prevalenza tropicali e subtropicali, ma anche architetture in stile neoclassico che lasceranno i bambini a bocca aperta. Giganteschi Ficus Magnolioides, succulente Aloe, primitive Araucarie Columnares crescono indisturbati e protetti. Inoltre, nel suo “herbarium mediterraneum” sono conservate diverse decine di migliaia piante essiccate, che costituiscono un grande patrimonio di interesse scientifico.

Villa Giulia

Proprio accanto all’Orto Botanico, non perdetevi Villa Giulia, primo giardino pubblico di Palermo. Un luogo speciale che Johann Wolfgang Goethe definì “il più meraviglioso angolo della terra”. Concepita come giardino all’italiana, secondo un rigoroso e classico disegno geometrico, Villa Giulia è un grande parco a pianta quadrata, delimitato da una cancellata in ferro. Qui potrete portare a passeggio anche i vostri figli a quattro zampe, tra palme altissime, bouganville in fiore e architetture neoclassiche.

Chiesa dello Spasimo

Nel cuore del quartiere Kalsa, la Chiesa dello Spasimo è un edificio cinquecentesco molto particolare e suggestivo. La sua volta infatti, crollata nel Settecento, non fu più ricostruita. Oggi è location di mostre e spettacoli, ma potrete visitarla gratuitamente.

Safari a Palermo con il tour di PalermoBimbi

Il modo migliore per coinvolgere i bambini e i ragazzi nelle visite culturali e nei trekking urbani, non mi stancherò mai di ripeterlo, è attraverso attività a loro dedicate. Noi ci siamo rivolti a PalermoBimbi, un’associazione di genitori di Palermo la cui mission è promuovere il territorio e appassionare anche i più piccoli alla scoperta delle bellezze artistiche e naturalistiche.

A tal fine hanno strutturato vari itinerari dedicate alle famiglie, che dal centro storico si diramano in parchi e giardini meno conosciuti. All’inizio della visita-gioco, per coinvolgere i bambini, viene fornita una mappa e una guidina con facili approfondimenti, giochi e rebus da risolvere.

Leggi la nostra esperienza di visita guidata a Palermo per bambini e ragazzi.

Turismo sostenibile a Palermo: tra cicatrici e degrado, la speranza

Ci sono luoghi, a Palermo, che ormai sono entrati a far parte di una sorta di circuito turistico della decadenza. Eppure, sono tristi cicatrici della Seconda Guerra Mondiale, durante la quale oltre il 40% del tessuto urbano è stato distrutto. Ebbene, ancora ben undici ettari del centro storico sono rovine.

Mortificata allora nella sua bellezza, e ancora oggi da incuria e degrado, a Palermo si percepisce tuttavia un forte desiderio di rinnovamento. Noi la lasciamo con la speranza che questo potenziale e questa aspirazione diventino progetti concreti di miglioramento e riqualificazione. Intanto, nel nostro piccolo, cercando di promuovere un turismo etico e sostenibile, vi consigliamo queste realtà che stanno già impegnandosi per una rinascita della città.

Rigenerazione Umana all’Ecomuseo Mare Memoria Viva

L’Ecomuseo del Mare racconta le trasformazioni urbanistiche e sociali di Palermo dal dopoguerra a oggi. È un museo partecipativo: mediante incontri, conversazioni, laboratori con la cittadinanza, raccoglie dati e testimonianze, capaci di riavvicinare abitanti e territorio, per immaginare il futuro. Grazie alla narrazione audiovisiva e multimediale, in parte fruibile dal geoblog, ecco pararsi storie di vita, di resistenza, di mafia, di abusi. In un’ottica di “rigenerazione umana”, l’ecomuseo progetta e organizza laboratori e attività culturali per bambini e adulti, atti ad innescare processi partecipativi e percorsi virtuosi di comunità.

Palermo, Ecomuseo Mare Memoria Viva
Palermo, Ecomuseo Mare Memoria Viva, immagine tratta dalla pagina FB del museo.

Radici – Piccolo Museo della Natura

Radici – Piccolo Museo della Natura – è un centro culturale che promuove la coscienza del pensiero ecologico.
Il museo accoglie bambini e adulti attraverso diverse modalità: potrete giocare nel “Sottobosco”, spazio dedicato all’esplorazione libera dei bambini da 0 a 3 anni, partecipare ad un laboratorio creativo, esplorare la città con una passeggiata urbana e deliziare il palato nella caffetteria, con prodotti a chilometri zero.
Leitmotiv di tutte le esperienze: natura, creatività e sostenibilità.

ALAB, l’artigianato etico

Il marchio ALAB certifica negozi e laboratori di artigianato locale, gestiti da giovani, creativi e imprenditori che intendono riqualificare il centro storico di Palermo. Acquistando qui i vostri souvenir, li aiuterete in questa missione.

Cotti in Fragranza, ma con una speranza

Cotti in Fragranza è un laboratorio per la preparazione di prodotti da forno di alta qualità, nato nel 2016 all’interno del carcere minorile Malaspina di Palermo. Il laboratorio ha come obiettivo la definizione di percorsi di apprendimento e inserimento lavorativo per i ragazzi, che al termine del loro percorso detentivo, possono continuare a lavorare al progetto. Potete acquistare i loro prodotti dal sito, o presso uno dei rivenditori, sia a Palermo che in tutt’Italia.

Storie di riscatto Al Fresco bistrot

Nel 2018 Cotti in Fragranza ha inaugurato un secondo nucleo operativo al di fuori dalle mura del Malaspina, per dare continuità e sostenibilità al progetto, aumentando il numero dei giovani coinvolti e garantendo la prosecuzione del lavoro anche fuori dal carcere, conclusa la pena. Questo nuovo polo operativo si trova all’interno dell’ex convento seicentesco di Casa San Francesco, nel cuore di Ballarò, ed è un luogo in cui riposarsi, mangiare buon cibo locale e contribuire davvero ad una storia di riscatto.

Palermo dove mangiare Al Fresco Bistrot

Libri consigliati per visitare Palermo

Mi piace concludere questa guida di Palermo, sicuramente incompleta, con i consigli di lettura, per grandi e piccini.

Palermo Adagio, per i grandi

Prima di partire, oltre al capitolo dedicato alla città sul volume “Sicilia” del Touring Club Italiano, ho divorato “Palermo Adagio, Pietre e voci di una città crocevia” di Giovanni Rizzo, Damiani Editore. Questo libro, redatto da un palermitano doc, mi ha introdotto alla città, narrandomene le meraviglie, senza nasconderne le vergogne.

Un safari in città, per i piccoli

Un safari in città“, di Adele Cammarata, Splēn edizioni è un romanzo, ma anche una guida gioco su Palermo per tutta la famiglia, con quattro itinerari da percorrere alla scoperta della città. A noi l’ha consigliata Giana, la guida di Palermobimbi.

Leggi anche Cosa fare e vedere a Siracusa con i bambini

Commenti su “Suggestioni a Palermo con i bambini: cosa fare e vedere

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *