Venezia: una storia d’amore a Palazzo Fortuny

A Venezia, ha riaperto dopo due anni di restauro Palazzo Fortuny, dimora e atelier del geniale e poliedrico artista Mariano Fortuny y Madrazo e della moglie e musa Henriette Nigrin.
Danneggiato dall’Acqua Granda del 2019, il meraviglioso edificio in tardo gotico veneziano, ha goduto non solo di un importante intervento conservativo, ma anche di un riallestimento e ampliamento della sede espositiva, con apertura del secondo piano.
Da spazio espositivo temporaneo, Palazzo Fortuny è diventato a tutti gli effetti un museo permanente della rete dei Musei Civici di Venezia.

Il percorso espositivo e di riallestimento è stato curato da Pier Luigi Pizzi, regista e scenografo, da Gabriella Belli e Chiara Squarcina della Fondazione MUVE.
Una ricostruzione accurata e talmente immersiva, da essere rapiti e catapultati in un’altra epoca: un viaggio nel tempo dove conoscere Mariano ed Henriette, il loro sodalizio artistico, le loro invenzioni e sperimentazioni, il loro amore travolgente. Impossibile non rimanerne ammaliati.

Fortuny: piccole grandi rivoluzioni

Cosa ha reso Mariano Fortuny innovativo? Indubbiamente i suoi talenti e le sue invenzioni, ma soprattutto la versatilità di applicazione del proprio ingegno. Mariano è stato in grado di accordare arte, scienza e tecnologia, inventando processi produttivi, brevettando nuovi materiali e invenzioni tecnologiche, fondando anche una florida attività imprenditoriale.

La cupola Fortuny

L’amore per la musica, soprattutto per quella del compositore tedesco Wagner, porta Mariano a interessarsi alla scenografia, alla pittura teatrale e alla illuminotecnica, fino alla rivoluzionaria invenzione della “Cupola”, dove mette a frutto le proprie teorie sulla luce indiretta e diffusa. La cupola Fortuny, capace di simulare la volta celeste, ebbe successo dapprima sulle scene teatrali e sui set fotografici. In un secondo momento, lo stesso sistema fu applicato ai diffusori Fortuny, lampade di design a luce indiretta, ancora in produzione.

Il Delphos e i tessuti stampati

Nel 1909 Mariano brevetta il Delphos, una tunica di seta con plissettatura, formata da più veli. Nato come un’elegantissima ma audace vestaglia, fu poi indossato anche in pubblico dalle donne più intraprendenti, come l’attrice Eleonora Duse.
L’ecclettica accoppiata Mariano – Heriette molto si dedicò alla moda e alle tecniche di stampa su tessuto, disegnando e producendo splendidi tessuti (prima nel sottotetto di Palazzo Orfei, poi nella fabbrica alla Giudecca, ancora attiva). Fortuny ricreava l’illusione degli antichi tessuti del Settecento veneziano, del Rinascimento fiorentino e delle lussuose manifatture orientali, ricorrendo alla sola tecnica della stampa.

La tecnica utilizzata inizialmente fu quella di stampa diretta. L’impressione sul tessuto veniva effettuata manualmente, per mezzo di blocchi di legno di bosso, appositamente intagliati; questi ricevevano, nelle zone da riprodurre sulla stoffa, il pigmento steso per mezzo di un pennello.
In questo modo non era possibile però realizzare delle superfici estese; l’atelier giunse quindi, attraverso varie sperimentazioni, a un processo di tipo fotoserigrafico, con impressione meccanica a rotativa su teli anche di grandi dimensioni.

La carta fotografica Fortuny

Nella sua versatilità artistica, Fortuny si dedicò anche alla fotografia, sperimentando nuove attrezzature, innovando le tecniche di ripresa, sviluppo e stampa fino a brevettare, nel 1933, una speciale carta fotografica, la “Carta Fortuny”. Questa era in grado di rendere l’immagine impressa simile al disegno o all’incisione e di assicurarne l’inalterabilità al degrado da radiazioni luminose.

Mariano e Henriette: una lunga storia d’amore oltre la vita

Vi racconto la loro bellissima storia d’amore e d’avventure creative nell’Europa a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.
Mariano ed Henriette si incontrano nel 1897, a Parigi, in un circolo artistico, e un anno dopo acquistano a Venezia l’allora fatiscente Palazzo Pesaro degli Orfei. Con la ristrutturazione, che dura ben dieci anni e che Fortuny segue personalmente, converte l’edificio in una variegata scenografia. Qui sperimenta pittura, moda, fotografia, design, teatro, illuminotecnica. Palazzo Fortuny diventa in quegli anni effervescenti il salotto buono dell’élite culturale veneziana e internazionale.

Per ben quarantasette anni, Henriette è al fianco di Mariano, affiancandolo in tutto e contribuendo in misura determinante al successo delle sue straordinarie creazioni.
Henriette fu attiva soprattutto nella produzione dei tessuti stampati e plissettati (tanto che Mariano attribuisce a lei l’invenzione del Delphos). Si occupa della ricerca sui pigmenti, che lei stessa stende sulle matrici di legno per la stampa dei disegni sui tessuti.

Un sodalizio, un amore che va oltre i confini del tempo, e del quale tutti noi possiamo raccogliere i frutti.
“… Henriette fu colei che quando lui morirà nel 1949, raccolse con religioso amore tutta la sua produzione, cercando di salvaguardarne la memoria. E alla fine, l’atto di donare il Palazzo e tutto il suo contenuto alla città di Venezia, fu testimonianza del suo desiderio che questa figura che lei aveva tanto amato, rimanesse in vita nello spirito, ma soprattutto nella capacità di contaminare chiunque si fosse incontrato con la genialità di un talento come quello di Mariano Fortuny”. (Chiara Squarcina, dirigente MUVE, in un’intervista durante l’inaugurazione).

Venite quindi, e lasciatevi ispirare e pervadere di magia.

La mia visita a Palazzo Fortuny

Dal grande salone d’accesso al piano terra, con la biglietteria e bookshop, salgo al mezzanino, dove campeggia la gigantografia dell’autoritratto di Mariano e pannelli illustrativi che raccontano la sua vita: un romanzo nel quale mi immergo subito a capofitto.

ll portego al primo piano

Un’altra modesta scaletta conduce al portego, il grande salone di rappresentanza, introdotto da una splendida scultura di nudo maschile. Il rischio è di non accorgersi del tempo che passa, in questa casa museo, tra i mille oggetti esposti che destano stupore. I dipinti, molti dei quali realizzati dallo stesso ecclettico proprietario, i tessuti preziosi, costumi di scena, le sculture raffinate, i lunghi divani cosparsi di cuscini, tutto esprime la potenza creativa ed espressiva di Fortuny. Nella sezione moda, osservo i morbidi e luminosi abiti con plissettatura, che rivoluzionarono la moda e resero le donne libere da stretti corpetti.

Giardino d’Inverno

Nel Giardino d’Inverno, un trompe-l’oeil realizzato dallo stesso Mariano, mi invita a entrare nell’immaginario cangiante del geniale Maestro: per questo progetto inventò un’intelaiatura speciale, realizzata incollando carta su teli di canapa dipinti e fissati alle pareti. (Nell’immagine di copertina.)

Secondo Piano di Palazzo Fortuny

Proprio qui, al secondo piano del palazzo, si concentravano le sperimentazioni di Fortuny: per la prima volta, possiamo ammirare oggetti che erano conservati nei depositi: importanti volumi di arte, scienza, tecnica, chimica, ottica, fisica, ingegneria; più di 150 album fotografici rilegati con le stoffe Fortuny; le incisioni e i torchi utilizzati per la loro realizzazione; i modellini di scenografie; la ricostruzione del suo studio pittorico e di quello fotografico.

La biblioteca

Dal salone principale inondato di luce, vengo risucchiata in una saletta attigua, più piccola e intima, straripante di libri, strumenti, oggetti curiosi: è la biblioteca privata di Mariano, il suo “pensatoio”. E non posso fare a meno di immaginarmelo, quest’uomo geniale, alle prese con mille idee da trasformare in piccole grandi rivoluzioni.

Palazzo Fortuny Venezia studio2
Venezia, Museo Palazzo Fortuny, biblioteca. L’immagine è tratta dalla pagina FB del museo.

Perché visitare Palazzo Fortuny, anche con i bambini

La visita a Palazzo Fortuny è stata un’esperienza immersiva, emozionante e ispirazionale. Ho immaginato di varcare la soglia del salone e vedere Mariano ed Henriette all’opera, nel loro nido e fucina creativa, tra sarte intente a ricamare, modelle in posa, intellettuali che chiacchierano seduti sui lunghi divani.
Lo ammetto, mi sono invaghita di questo straordinario personaggio, sedotta dal suo genio creativo e ribelle, e da quello della moglie.

Consiglio la visita anche con bambini. Si sorprenderanno davanti alle straordinarie creazioni per scenografie, marchingegni, fotografie d’altri tempi, la ricca biblioteca, l’atelier con i bozzetti, i tessuti, le invenzioni illuminotecniche.
Tanta creatività non può che suscitare forti suggestioni anche nei più piccoli, che sapranno apprezzare, e forse anche riconoscere in loro stessi, il coraggio e il desiderio di rivoluzionare e migliorare il mondo che ci circonda, partendo dalle piccole cose.

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Commenti su “Venezia: una storia d’amore a Palazzo Fortuny

  • Che meraviglia! Non conoscevo la figura di Mariano Fortuny, anche se l’avevo già sentito nominare, e invece è uno di quei personaggi che hanno tanto innovato e che è bene che si conoscano. In questo ha fatto bene Henriette a donare la casa museo all città: ha restituito alla collettività un patrimonio che non è personale, ma è comune.

  • Conoscevo le lampade Fortuny, ma senza sapere nulla del loro creatore. Che palazzo meraviglioso e che storia d’amore bellissima! Non vedo l’ora di visitarlo!

  • Un Museo eccezionale e una dimora storica davvero imperdibile se si visita Venezia! Quando ci sono stata era chiusa per restauri e adesso ho davvero un ottimo motivo per tornare a Venezia!

  • Che bellissima storia, leggera e delicata come le stampe e i tessuti di Mariano Fortuny. Una storia d’amore dolcissima e con un generosissimo finale. Aver lasciato ai posteri ricordi e produzioni è stato un meraviglioso regalo, degno di un amore così profondo. Non sapevo che questo palazzo fosse aperto: mi piacerebbe moltissimo visitarlo.

  • Quanto mi piace leggere di storia e di storie e questa è stupenda ed affascinante. L’interno del palazzo è incredibile, trasmette una magia rara, devo andarci perchè sembra come vivere un viaggio tra le epoche. Grazie di averlo raccontato.

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